Lascia ancora senza parole il gesto di Alessia Pifferi. Per risalire alle motivazioni di tale gesto e le cause della morte della piccola Diana, è necessario leggere le chat del telefono.

L’importanza delle chat

Purtroppo già noto a tutti il caso della piccola Diana, lasciata morire da sola, nel suo lettino dopo 5 giorni senza cibo e acqua dalla madre Alessia Pifferi.
Anche se le indagini stanno procedendo spedite, ancora non è stata individuata la causa ultima della morte, per questo motivo, saranno disposti vari esami sul corpo della piccola per decretare concretamente la causa principale della morte.
Le prime ipotesi del caso erano quelle di percosse, subito smentite dal medico che ha esaminato il corpo al ritrovamento della bimba: non erano presenti lesioni esterne.
Poi si è pensato ad una morte a causa della mancanza di cibo e acqua per giorni interi, dato che il medico aveva appurato che la morte era avvenuta almeno 24 ore prima del ritrovamento.
Però, la terza traccia che non viene esclusa, è che nel biberon sia stata messa una quantità spropositata di En, un ansiolitico da assumere in piccole dosi.
Ora quindi, di fondamentale importanza è capire il pensiero dell’assassina dato che ai frequenti interrogatori, la Pifferi ha più volte mentito agli investigatori.
Per fare ciò, potrebbe esser necessario visionare i messaggi presenti sul telefono della donna per capire se all’interno, possono essere trovate le motivazioni di un tale gesto così crudele.

Il profilo del soggetto

Per cercare di ricostruire il pensiero della killer, sia la Procura che il pm hanno cercato di stilare una profilazione della donna, così da comprenderne un po’ meglio gli schemi cognitivi che l’hanno portata a questi atti estremi.

Secondo la Procura, la Pifferi è:

“È una persona capace di tutto, che va immediatamente fermata. Priva di scrupoli e capace di commettere qualunque atrocità pur di assecondare i propri bisogni personali, legati alla necessità di intrattenere, a qualunque costo, relazione sentimentali e amorose con gli uomini”

Il pm Francesco De Tommasi invece, nella richiesta di convalida del fermo inoltrata al giudice, ha profilato Alessia Pifferi in questo modo:

“Si tratta di un soggetto incapace di controllare i propri impulsi e con una soglia di valori assai bassa, per ciò solo in grado di porre in essere condotte produttive di effetti deleteri per l’incolumità degli altri, specie dei soggetti più indifesi”

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