Covid-19: Zona gialla e arancione, nove regioni a rischio per dicembre

Il Covid-19 sembra fare meno paura, grazie alla copertura vaccinale, ed alle restrizioni, utili per mantenere bassa la linea di contagi.

Alcune di loro andranno in zona gialla e altre in zona arancione.

La notizia che tutti speravano di non leggere, ormai sembra quasi una cosa certa, infatti, è previsto che a Natale, molte regioni subiranno un nuovo lockdown.

Senza l’aumento dei posti letto, quasi sicuramente ci sarà un nuovo lockdown.

Nelle ultime ore, la notizia sta spaventando milioni di italiani, e soprattutto chi ha prenotato per le vacanze natalizie, e potrebbe ritrovarsi con in magno un pugno di mosche.

Vediamo quali sono le regioni a rischio

Le regioni a rischio

Attualmente, sono nove le regioni che rischiano di cambiare colore nel mese di dicembre.

Le regioni a rischio sono le seguenti: Calabria, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Trentino e Veneto rischiano la zona giallaFriuli-Venezia Giulia e Alto Adige rischiano la zona arancione.

L’incidenza ha raggiunto i 173 casi ogni 100.000 abitanti, l’indice di contagio Rt non cala e la variante Omicron ha raggiunto i 13 casi in Italia.

Gli enti locali stanno aumentando i posti letto nei reparti ordinari e nelle terapie intensive, ma con questo aumento dei casi rimarranno in vigore molte restrizioni.

Attualmente, la variante Omicron, è sotto studio da parte degli esperti, per capire se può fare più o meno male, rispetto ad altre varianti di Coronavirus.

Solo poche ore fa, il ministero della salute, ha riportato 15.576 contagi e 99 morti, con una forte crescita delle ospedalizzazioni. In area non critica sono ricoverate 6.078 persone (+199 in un giorno), mentre in terapia intensiva sono ricoverati 776 pazienti (+33)

Silvio Brusaferro, presidente dell’istituto superiore della sanità, durante un’audizione ha affermato:

Siamo ancora in situazione epidemica. I dati aggiornati a ieri sera mostrano che sta ancora aumentando in termini di numero di nuovi infetti, con un’incidenza di 173 casi su 100.000 persone” ha dichiarato il portavoce del Comitato Tecnico Scientifico.

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