La spaccatura nel governo italiano

Più il conflitto va avanti, più le idee e le opinioni vanno mano mano cambiando, fino a formare diverse correnti di pensiero. Quelle maggiormente adottare si contrastano: da una parte c’è chi è favorevole a continuare il conflitto per difendere la democrazia e il libero arbitrio di una nazione da sempre sotto il giogo russo, inviando aiuti e armi all’Ucraina. Dall’altra invece c’è chi sostiene che ciò non porti che il prolungamento del conflitto, allontanando sempre di più la speranza di smorzare i toni e favorire un accordo tra le parti. La soluzione per quest’ultima frazione sarebbe quella di una sospensione dell’invio delle armi per “non proseguire il conflitto”, anche se ciò comporterebbe far emergere il dislivello militare tra le due forze che si stanno battagliando al momento.
Nel governo italiano, una fronda M5S e Lega, propone un’idea in controtendenza con la strategia politica estera al momento adottata dal governo Draghi:

“Chiudiamo la guerra cedendo il Donbass alla Russia”

Anche se questa contromisura dovesse per assurdo funzionare, creerebbe un precedente.
Se dovesse essere accettata una simile proposta, ogni nazione, se dovesse avere la potenza militare necessaria, potrebbe invadere un qualsiasi paese vicino, nella certezza che per evitare un conflitto su scala mondiale, gli altri paesi accettino passivamente l’invasione non muovendo neanche una mossa.

Le parole di Giuseppe Conte

“Siamo fermamente contrari a un incremento massiccio delle spese militari a carico del bilancio dello Stato. Di fronte all’instabilità di questo conflitto non si può rispondere con una reazione emotiva e alcune spinte a un riarmo indiscriminato. Non possiamo distrarre risorse rispetto ai pilastri della sicurezza dei cittadini italiani, in questo momento di grande difficoltà economica e sociale, e investire fondi straordinari nel riarmo. Noi siamo assolutamente contrari”

A dire il vero però, l’ex premier non è del tutto contrario ad un incremento degli investimenti sulle armi, il problema per lui sarebbe la modalità che l’attuale governo sta adottando, cioè quella di attingere a fondi straordinari che andranno tra qualche mese a gravare sulle spalle degli italiani:

“Bene la bussola strategica, bene rafforzare il pilastro della difesa comune europea, ma abbiamo del cammino da fare prima di investire reagendo sull’onda emotiva. Io non sono contrario a un incremento fisiologico della spesa militare, qui stiamo parlando di fondi straordinari, non possiamo distrarre dalle spese fondamentali per i cittadini”

Sul finale poi, lancia una frecciata a chi sta gestendo oggi la politica italiana, cercando di rammentare il vero motivo per il quale tale governo è stato eletto:

“Il governo non ci deve mettere davanti al fatto compiuto di un incremento consistente delle spese militari, perché non è nato per questo ma per affrontare emergenza economica e sociale, ora anche energetica, e attuare il Pnrr”.

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