Sotto i riflettori, il giallo della morte del piccolo Andrea a Sharm El Sheik. Le parole del legale non lasciano spazio a dubbi sulla situazione. Ecco cosa è stato detto.

La ricostruzione della vicenda

Era il 26 giugno quando, durante la loro vacanza di relax in Egitto, Antonio Mirabile e Rosalia Manosperti vedono trasformare la loro vacanza in incubo.
Il loro bambino Andrea, accusa un malore.
Dopo qualche giorno di vacanza, sia il bimbo che il papà Antonio, manifestano i sintomi di una classica intossicazione alimentare, quali diarrea, vomito e spossatezza.
Si recano così in un ambulatorio nei pressi della struttura turistica per ben due volte.
Già alla prima visita, vengono curati con i farmaci per combattere una semplice intossicazione alimentare, ovvero flebo di fisiologica e delle pillole.
Il malore però non sembra passare e la famiglia chiama un’altra volta la clinica, ma stavolta le viene risposto:

“Inutile venire di mattina, meglio che veniate direttamente alle cinque del pomeriggio per la prossima flebo”

Quello che accade qualche ora più tardi è tragico, il bambino non ce la fa più e muore.
Ecco il racconto dalle parole di Roberto Manosperti, lo zio del piccolo Andrea:

“Nel primo pomeriggio, mia sorella, mio cognato e mio nipote si spostano con la navetta verso la clinica. Sarà stato lo sbalzo di temperatura, dai 16 gradi dentro al resort ai 50 gradi all’esterno. O sarà stato chissà cos’altro, non lo so. Fatto sta che mio nipote è morto tra le braccia di mia sorella. Sono corsi in ospedale: hanno tentato di rianimare il bambino per un’ora, ma non c’è stato nulla da fare”

Le parole del legale della famiglia

Quando succedono accadimenti simili, il rischio è sempre quello di creare degli attriti internazionali, ma il legale della famiglia non ha paura di ciò e sta facendo del tutto per cercare di scoprire la verità nonostante tutto:

“Non vorrei che dicessero che la coppia ha aspettato giorni prima di chiedere aiuto, si tentasse di esonerare i medici egiziani dalle loro responsabilità e si cercasse di affermare che la morte del bimbo sia quasi colpa dei genitori che hanno ritardato l’intervento”

E continua:

“Già mi dicono che gli egiziani parlano di un video della famiglia in gita in barca, insinuando, tra le righe, che sarebbe questa l’occasione in cui hanno mangiato il cibo che poi ha causato l’intossicazione. Speriamo che non ci siano tentativi di coprire responsabilità. La mamma è sotto shock ed ha ricordi molto confusi”

Insomma, speriamo veramente che i prossimi giorni siano decisivi per la conclusione della vicenda.

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