La flotta russa davanti la Sicilia: La crisi Ucraina tocca anche l’Italia

La crisi Ucraina, che sembrava essere così lontana dall’Italia, è più vicina del previsto.

In questi ultimi giorni, il mondo intero sta attraversando dei momenti di puro terrore, poiché c’è il concreto rischio che qualcosa a livello mondiale si spezzi.

Infatti, nelle stesse ore in cui si consuma lo scontro fra Stati Uniti e Russia nella prima riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, dedicata alla minaccia di un’invasione in Ucraina, una flotta russa attraversa il canale di Sicilia nell’ambito di annunciate esercitazioni navali nel Mediterraneo, suscitando qualche preoccupazione.

La Difesa stronca però ogni timore sul nascere, affermando che le sei navi di Mosca “non violano la sovranità e le acque italiane”.

Le navi

Il ministero non è preoccupato per questa invasione russa, o forse non vuole darlo a vedere, ed afferma che:

“sta effettuando un transito in acque internazionali e non viola la sovranità degli Stati rivieraschi”

Le navi che sono vicino la Sicilia, non sono navi qualunque.

Le suddette navi, sono progettate per trasportare e far sbarcare circa 60 carri armati e oltre 1.500 soldati.

Attualmente, la flotta navale, ha varcato Gibilterra e domenica ha cominciato ad attraversare il canale di Sicilia.

Il timore concreto è che si stiano dirigendo verso la Crimea, al confine con l’Ucraina.

Negli ultimi giorni Mosca ha avviato esercitazioni di tutte le sue flotte a livello globale, in coincidenza con l’aumento delle tensioni con l’Occidente per la crisi ucraina.

Secondo gli esperti, tutto ciò non può essere una semplice casualità.

L’ambasciatrice americana alle nazioni unite, si dice particolarmente preoccupata:

“La situazione che stiamo fronteggiando in Europa è pericolosa e urgente e la posta in gioco per l’Ucraina, e per ogni Stato membro dell’Onu, non potrebbe essere più alta”,

afferma Linda Thomas-Greenfield.

Poi, ha aggiunto che:

“Le azioni di Mosca colpiscono il cuore della Carta delle Nazioni Unite e sono una minaccia chiara alla pace e sicurezza. Ora è il momento di un dibattito pubblico”. 

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