Il ragazzo era in carcere per aver stuprato una bambina di 6 anni. Da mesi, gli altri detenuti lo stavano minacciando, ora è arrivata l’occasione e hanno deciso di fargliela pagare. Ecco cosa è successo.

Cosa era accaduto

Era il 2 luglio del 2018 quando  Aaron Campbell rapì e stuprò Alesha MacPhail, una bambina di soli 6 anni. Era notte fonda e la rapì dal letto della sua abitazione.
L’assassino è stato condannato all’ergastolo con una pena minima di 27 anni.
Riecchegiano ancora le parole del giudice che al tempo dichiarò che il giovane aveva commesso:

“uno dei crimini più malvagi di cui questa corte abbia mai sentito parlare in decenni di lotta alla depravazione”

Additando poi il ragazzo come

“completamente privo di empatia per la vittima”

La violenza in carcere

Campbell è ora rinchiuso in un carcere scozzese, fino a quando non raggiungerà la maggiore età e verrà spostato in un carcere per adulti.
Il soggiorno per il ragazzo è tutt’altro che roseo, oltre a non esserlo in quanto carcere, subisce ogni giorno minacce dagli altri detenuti, che ogni volta gli promettono giustizia.
E qualche giorno fa, l’occasione si è parata sotto gli occhi dei detenuti che non aspettavano altro: durante l’ora del pranzo, la cella di Campbell è stata per poco tempo lasciata incustodita. La porta non era chiusa e così subito l’aggressore ha spinto l’omicida sul letto e ha iniziato a picchiarlo. Non era solo, con lui altri detenuti sono entrati nella cella a picchiare Campbell. Pochi minuti dopo, le guardie hanno fatto ritorno e vedendo la scena, sono immediatamente corse in soccorso dell’aggredito. Ora, pare sia stato trasferito in ospedale, in gravissime condizioni.

Anche il bisnonno della vittima, oggi, ha commentato l’aggressione subita dal ragazzo:

“Spero stia soffrendo. L’unica cosa di cui mi dispiace è che io non sia riuscito a farlo da solo”

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