Per la prima volta, il presidente ucraino parla ai media russi. L’intervista è durata poco più di due ore. Di seguito tutti i dettagli.

Le importanti decisioni del presidente Zelensky

Quest’intervista, andrà in onda sui canali del Cremlino in maniera integrale e senza censure. Ancora una volta, grazie alla cassa di risonanza che ha un evento simile, ha chiesto aiuti alla NATO. Aiuti che vorrebbe arrivassero in maniera tempestiva, data la natura degli eventi.

Ricordiamo poi che numero uno ucraino, aveva già fatto dichiarazioni simili in passato:
“L’Ucraina non ha potenti armi antimissilistiche. Ha aerei molto più piccoli della Russia. Pertanto, il loro vantaggio nel cielo è l’uso di armi di distruzione di massa. E si vedono le conseguenze oggi: quante persone sono state uccise, quante città pacifiche sono state distrutte”
Non è infatti la prima volta che Volodymyr Zelensky lancia appelli simili a tutta la comunità europea e all’America:
“L’esercito ucraino resiste ormai da un mese, pur non essendo in una condizione alla pari rispetto ai russi, e vi ripeto lo stesso da un mese: per salvare la nostra gente e le città ucraine ha bisogno di aiuto militare senza limiti”

La condizione necessaria per la resistenza però, è l’aiuto degli alleati. In questo mese non è certo mancato, purtroppo però ce n’è bisogno di più. L’Ucraina vuole resistere, non ha intenzione di cedere nessun altro centimetro di terra alla Russia, anzi, ha intenzione di passare anche alla controffensiva:

“impossibile salvare Mariupol senza carri armati e aerei aggiuntivi. L’Ucraina non può abbattere i missili russi con fucili e mitragliatrici”

Il piano quindi, è quello di riscattare la libertà di Mariupol, una delle prime città ad essere insediata dai russi e tra quelle che hanno subìto più danni e perdite.
Poi lancia l’appello finale:

“Dopo una simile guerra contro la Russia vi prego di non dirci mai più che il nostro esercito non rispecchia gli standard della Nato. Abbiamo dimostrato quali sono i nostri standard e quanto possiamo fare per la sicurezza generale in Europa”

Non tutti sono d’accordo con l’invio degli aiuti all’Ucraina

Soprattutto in Italia, c’è chi si vorrebbe astenere dalla difesa spasmodica degli ideali condivisi da tutta la comunità europea.
L’opinione pubblica è divisa. C’è in primo luogo chi vorrebbe mandare quante più armi possibili in Ucraina e chi invece, vorrebbe essere il più neutrale possibile e non prendere le parti di nessuna delle due nazioni.
I pensieri alla base di questi ragionamenti, sono facili da intuire: chi vuole mandare le armi, lo fa per l’ingiustizia subita dall’Ucraina e per difendere la propria libertà e quella degli altri. Mentre, chi è contrario all’invio di armi, lo fa perseguendo il pensiero di non inasprire ancora di più la situazione (già delicata) e per esser complici delle morti dei numerosissimi militari e civili che cadranno sul suolo ucraino.
In Italia, a portare avanti la bandiera dei non interventisti, c’è l’ex premier Giuseppe Conte, sostenuto da tutto il suo partito dei 5 Stelle, i quali pensano che un aumento delle spese militari che in futuro andranno a pesare sul bilancio statale, non sono giuste e neanche producenti.

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