Questa situazione di guerra, anche se non ci riguarda in modo diretto, ha delle ripercussioni pesanti sulla nostra economia.

La guerra e i suoi rincari

Non sembra fermarsi il caro vita in Italia, con Ucraina e Russia ai ferri corti, indirettamente la situazione si ripercuote anche su tutto il mondo occidentale, andando a colpire vari settori dell’economia. Ultimamente, non sono solo aumentati gas e benzina, anche il prezzo del grano ha cominciato a salire. Tutto ciò perché i paesi orientali che ora si stanno dando battaglia, sono i primi rifornitori di tali materie per l’Europa e in particolare per l’Italia.
Per portare degli esempi concreti: il grano in Italia oggi viene pagato 30,8 centesimi al chilo, che è 5 centesimi in più rispetto ai 23,5 centesimi con cui veniva pagato l’anno scorso. Il grano nel giro di un anno è aumentato ben del 31%. A preoccupare per quanto riguarda questo bene, non è il prezzo al momento che è ancora abbordabile, ma il suo sproporzionato aumento che ha avuto nel giro di solo un anno.
Per quanto riguarda il carburante invece, il discorso è diverso. Ai giorni d’oggi un litro di benzina è arrivato a costare ben 2,010 euro. Non si salva ovviamente neanche chi ha il diesel, aumentato anch’esso e arrivato a quota 1,910 al litro.
Se i negoziati tra Russia e Ucraina continueranno a saltare, protraendo questo status ancora per molto, la situazione andrà via via peggiorando.

La denuncia del presidente del Codacons

Questo rincaro generale, andrà a toccare tutte le tasche degli italiani.
Oltre a tutto ciò, gli italiani stanno facendo i conti anche con gli ultimi rincari delle bollette di luce e gas, scaturito dall’aumento del costo delle materie prime.
Solamente considerando il rincaro del carburante, la spesa annua per far rifornimento all’auto, alleggerirà (purtroppo) le tasche degli italiani di 570 euro (a nucleo familiare).
Il leader Draghi, per cercare di sopperire a tutti questi rincari, sarebbe intenzionato a varare degli aiuti per le imprese e le famiglie degli italiani.
A tutto ciò, risponde piccato il presidente del Codacons (il Coordinamento delle associazioni per la difesa dei diritti degli utenti e dei consumatori) Carlo Rienzi:

“E mentre in Italia imprese e attività produttive si fermano non potendo più sostenere i costi impossibili dei carburanti, il Governo resta a guardare e le casse dello Stato si arricchiscono grazie all’escalation dei prezzi alla pompa e alle tasse su benzina e gasolio. Un comportamento immorale considerato l’ampio margine dell’esecutivo per intervenire su Iva e accise e calmierare i listini”

Con queste affermazioni, sembra suggerire al governo le mosse più giuste da fare e cioè intervenire direttamente sull’accise e sull’Iva.
Come e dove andremo a finire, nessuno può dirlo in tempi così brevi.
Quello che speriamo è che la situazione del rincaro subisca almeno un rallentamento, se non una decrescita.

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