Con la guerra, aumenta il carovita

Ormai, dato il fallimento dei primi tre tentativi di negoziazione, Ucraina e Russia continuano a darsi battaglia senza risparmiarsi un colpo. Purtroppo però, i colpi non vengono risparmiati neanche per l’Europa, anche se non sta partecipando direttamente al conflitto.
Putin, ha dichiarato qualche giorno fa che considera a tutti gli effetti “cobelligeranti” tutti gli stati che, anche non partecipando in prima battuta alla guerra, riforniscono per vie traverse l’Ucraina. Inutile nascondere che l’Italia, è stata considerata tale visto che rifornisce, ormai da settimane, l’Ucraina di armi e missili anticarro. Il problema più grande però, è che l’Italia dipende per più dell’80% dal gas russo. La fornitura di tale materia prima infatti, inizia a scarseggiare e il governo Draghi sta già cercando delle soluzioni per staccarsi dalla dipendenza russa.
Non solo il gas è rincarato, ma anche il grano. Dai prossimi giorni, noteremo anche un aumento del prezzo del pane, ma soprattutto della pasta. Il suo prezzo era già aumentato del 30% circa rispetto lo scorso anno, ora, con l’Ucraina in guerra, dato che è la prima esportatrice al mondo di tale materia, l’offerta di grano inizia a ridursi, facendone così aumentare il prezzo.
Inutile parlare dell’aumento di benzina e gasolio, gli aumenti sono osservabili giorno per giorno e l’aumento di tali prezzi non accenna minimamente a scendere.

Le soluzioni che potrebbe adottare l’Italia per sopperire a tali problemi

 

Ci sono parecchi problemi, ma il ventaglio di soluzioni possibili che ha in mano il governo italiano, è altrettanto ampio.
La prima (e più “invasiva”) sarebbe quella di estrarre il gas e materie affini direttamente dal suolo italiano. Il mar Adriatico, ad esempio, è ricco di petrolio ma le trivelle non sono state mai ben viste nel nostro paese. La scelta ecologica è sempre da lodare, ma ricordiamo anche che le trivelle nell’Adriatico sono già presenti, il problema è che non sono italiane ma croate. La Croazia non intende fermare l’estrazione di tale materia prima e molto probabilmente sceglierà di allargare il proprio impianto se l’Italia non muoverà dito.
In una situazione di crisi come questa, potrebbe essere una buona alternativa?
Comunque sia non è l’unica via percorribile: si potrebbero sviluppare delle fonti alternative di energia.
Le diverse fonti energetiche, darebbero una boccata d’aria non indifferente all’economia italiana. Un esempio su tutti potrebbe esser rappresentato dalle energie rinnovabili, che oltre a candidarsi come validissima alternativa, non comportano nessun rischio ambientale.
L’ultima via percorribile, invece è rappresentata dal TAP. Il TAP è un gasdotto già presente e grazie al quale, da anni, prendiamo tale materia prima, collegando le coste del Salento con le regioni orientali. Per abbassare il consumo del gas russo quindi, si potrebbe aumentare la domanda del gas medio-orientale.

Le alternative, dunque, ci sono. Se il conflitto dovesse andare per le lunghe (e speriamo che così non sia), quale strada sceglierà di adottare il premier Mario Draghi?

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