Con il perdurare del conflitto, i cittadini ucraini in fuga dalla propria terra, migrano verso ovest, cercano aiuto e riparo nei vari paesi europei.

Lo spostamento dell’attenzione sulla Guerra russa-ucraina

La grande problematica legata a questa fuga da Kiev, non è solo per quanto riguarda il dove collocare i profughi, ma anche quella che riguarda il Coronavirus. Infatti, in Italia siamo già alle prese con un’impennata dei contagi. Nelle ultime settimane, anche nel silenzio mediatico, Omicron continua a mietere vittime. Anche se i servizi televisivi ne parlano meno (a causa di ciò che sta accadendo in Ucraina), il pericolo rimane costante.
Il 31 marzo si deciderà il da farsi per quanto riguarda il green pass, al momento però, molti medici tra cui Matteo Bassetti (direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova) provano ad alzare la voce per catturare un minimo di attenzione e mettere alla luce un problema che potrebbe verificarsi nel peggiore dei modi.
Per analizzare la problematica, dobbiamo fare innanzitutto una premessa: in Ucraina nei mesi scorsi, non erano state imposte le restrizioni che abbiamo avuto qui in Italia, per questo motivo, solamente il 35% circa della popolazione proveniente dall’est è stata vaccinata.

Il costante pericolo del Covid e delle sue varianti

“Arrivano notizie di tanti profughi ucraini arrivati in Italia e positivi, molti sono nei Covid hotel. Dobbiamo fare attenzione a queste situazione per evitare focolari di ritorno con nuove varianti”

Questo è il nocciolo del problema per Matteo Bassetti.
Essendo stato quasi imposto agli italiani di sottoporsi alle dosi di vaccino, la soluzione per il virologo non può che essere simile anche per quanto riguarda i civili ucraini:

“non possiamo permettercelo, queste persone vanno vaccinate, tamponate con controlli costanti, ma soprattutto è necessario il sequenziamento dei tamponi per verificare la presenza di nuove varianti”

Tutto questo, anche per monitorare la situazione e tenere a bada eventuali varianti.
L’unico modo per bloccare ondate con nuovi tipi di varianti è proprio la prevenzione. Non si può abbassare la soglia d’attenzione, neanche durante lo svolgimento di una guerra.
Poi il suo pensiero sulla quarta dose:

“Lo dico oggi per Pfizer, ma è lo stesso discorso già fatto per Moderna: è gravissimo che i Ceo di grandi aziende farmaceutiche parlino, come esperti, della necessità di una quarta dose di vaccino anti-Covid. È fuori luogo che l’amministratore delegato di un’azienda dica quello che si deve fare”

Alludendo forse che i vari CEO farmaceutici stiano perseguendo uno scopo di lucro, più che pensare alla salute delle persone.

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