Ancora complicate le ore che precedono quello che potrebbe essere uno scontro mondiale a tutti gli effetti. Tra le perplessità, le paure e l’incredulità di tutti, l’Europa muove i suoi primi passi per contrastare il Cremlino.

Le contromisure europee riguardanti gli accadimenti in Ucraina

Una situazione complicata, porta sempre a risposte difficili.
Con un clima teso come una corda di violino, l’impressione è che qualsiasi mossa si faccia, possa spezzare l’equilibrio.
Non è proprio facilissimo rispondere a un nemico che è disposto a mettere in campo le sue forze nuclearizzate: qualsiasi passo falso può scatenare una serie di eventi che potrebbe, con tutta probabilità, finire in tragedia.
La NATO sta rispondendo con sanzioni all’offensiva di Putin, nella speranza che il leader del Cremlino possa dare un minimo di tregua al popolo ucraino.
La geopolitica che riguarda l’est europeo, è andata complicandosi con il passare degli anni tra accordi, concessioni e insediamenti di truppe armate.
L’Europa però non può guardare passivamente ciò che sta succedendo in Ucraina, soprattutto perché è un paese che ha già da tempo ribadito la sua volontà di entrare nell’UE. Ed infatti, saranno presenti:

“Stop all’export di prodotti come: carburanti minerali, tabacco, legname, cemento, ferro e acciaio. E sarà esteso il divieto di scambi commerciali”

Queste sono state le parole della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
E per colpire anche gli oligarchi russi:

“Stop alle transazioni con la banca centrale russa e congelamento dei suoi asset all’estero. Esclusione di importanti banche russe da Swift”

La presidente di commissione estenderà le misure anche alla Bielorussia, tanto da definire la nazione con capitale Minsk “L’altro aggressore”.

 

Le mosse inusuali dettate dalla situazione eccezionale

Ma la NATO, negli ultimi giorni, non si sta muovendo solamente sul piano delle sanzioni.
Anche nel concreto, si sta preparando per affrontare una vera e propria guerra: l’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera, Josep Borrell, dichiara:

“Stiamo chiudendo la spazio aereo dell’Ue ai russi. Proponiamo un divieto a tutti gli aerei di proprietà registrati o controllati dalla Russia di atterrare, decollare o sorvolare il territorio dell’Ue”

Ma non è l’unica misura di prevenzione:

“Per la prima volta in assoluto l’Unione europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi ed equipaggi per un Paese sotto attacco. E’ un momento spartiacque”

Per riequilibrare le sorti di questo momento catartico, anche l’Europa sceglie la via del pugno chiuso. Questi movimenti sono concrete risposte all’artiglieria pesante russa.

Anche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz ha annunciato che la Germania:
“investirà più del due per cento del prodotto interno lordo in nostra difesa d’ora in poi, anno dopo anno”
E già da ora, la Difesa federale riceverà, dal bilancio federale, un fondo di 100 miliardi di euro per equipaggiarsi al meglio.

Nel Regno Unito invece, l’astio nei confronti del Cremlino si manifesta attraverso l’uscita di Bp (compagnia petrolifera britannica) dalla russa Rosneft.
Bp sta vendendo la sua quota (che detiene dal 2013) all’interno di Rosneft che è pari al 19,75%.
L’amministratore delegato di Bp, inoltre, si dimetterà con effetto immediato dal consiglio di amministrazione di Rosneft. Questa mossa creerà non pochi problemi al colosso petrolifero russo.

La Svezia anche si muove concretamente per aiutare l’Ucraina a rispondere fuoco su fuoco ai soprusi appena subiti: sta inviando 5 mila lanciarazzi anticarro. Una presa di posizione così decisa da parte della Svezia non accadeva dal 1939, quando la Svezia si mosse per aiutare la Finlandia che era stata appena attaccata da quella che allora era L’Unione Sovietica.

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