La vita privata di Luciano Ligabue

Pochi giorni fa è uscita la sua autobiografia, dove il cantante racconta al suo pubblico ciò che ha passato per arrivare ad ottenere il successo che ha avuto in questi anni. Non solo, nel libro ci sono anche molti passaggi che narrano della sua vita privata e dei suoi traumi che ha vissuto durante questi anni.
Luciano Ligabue è sempre stato un po’ malinconico, e ciò si avverte anche nelle sue canzoni. Non lo nega neanche in un intervista per il Corriere della Sera, l’intervistatore gli fa notare di percepire una vena di tristezza e malinconia non sono nelle canzoni, ma anche nel libro che ha appena scritto, infatti risponde:

“C’è nella mia vita. E nelle mie canzoni. Mi porto dentro da sempre un senso di colpa, un pensiero di troppo. Sarà il retaggio cattocomunista. Per questo ho scritto ‘Una vita da mediano’. Una delle tante canzoni fraintese”

Continuando si spiega meglio:
“Il senso è che nonostante il successo sono ancora qui, a correre, a lottare, a fermare l’avversario e far ripartire il gioco”

Una vita insomma, mai in panciolle e sempre piena di doveri e cose da sbrigare.

Il dramma della morte del figlio

A questa sottile linea malinconica che lo accompagna ovunque, purtroppo c’è da aggiungere anche un trauma che ha segnato inesorabilmente la sua vita e quella della sua compagna, ovvero la morte di suo figlio Leon.

“Ce lo fecero vedere. Me lo ritrovai in mano: un affarino di un chilo. Aveva i tratti della mamma. La voce di bambina della Barbara disse: è perfetto. L’ho fatto seppellire in un cimitero che ha un angolo chiamato degli angeli. All’inizio la Barbara ci andava tutti i giorni. Si sentiva come se il suo corpo fosse diventato marcio, incapace di dare la vita… Un pensiero ingiusto, ma il suo “sentire” la faceva stare così. Solo chi ci è passato lo capisce”.

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