Le condizioni di Massimo Galli

Massimo Galli, per chi non lo sapesse, è un Professore Ordinario di Malattie infettive all’Università di Milano dal 2000, in più dal 1978 lavora nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Luigi Sacco.
In questi giorni però l’infettivologo non sta passando dei giorni felici in quanto non si sente bene, sta riscontrando gli effetti scaturiti dal Long Covid. Ad annunciarlo è proprio lui attraverso un’intervista per Oggi:

“L’infezione non è stata una passeggiata ma non fossi stato trivaccinato sarei stato molto peggio. Ora mi piaccia o no, devo ammettere che sono quattro mesi che non sto bene. Mi ritrovo molle come un fico alle 4 del pomeriggio. Mi comporto come se non la sentissi, questa stanchezza, ma c’è”

Fortunatamente ad alleviare i sintomi ancora pesanti nonostante il tempo passato, sono state le 3 dosi di vaccino al quale si è sottoposto.
Continuando l’intervista poi, spiega il suo pensiero riguardo la situazione attuale per quanto riguarda le infezioni del Coronavirus.

Il suo pensiero sul Covid

Per quanto riguarda l’obbligo di mascherina, Galli esprime il suo pensiero a Radio Capital:

“Togliere le mascherine al chiuso è una discreta corbelleria perché è uno strumento di protezione individuale e, in determinati contesti, toglierle vuol dire non considerare i fragili. Se una persona non ha un quadro brillante dal punto di vista immunitario, può farsi tutti i vaccini che vuole ma comunque avrà una protezione parziale o assente. Se vuole andare su un mezzo pubblico, metterà la mascherina, ma se gli altri non l’avranno questa persona rischia. Al cinema o al teatro il discorso è lo stesso”

Nel finale dell’intervista per la rivista Oggi, una nota che si tinge di rosa: l’infettivologo per alleggerire l’intervista parla del suo rapporto con le donne:

“Diciamo che non sono mai stato uno stinco di santo, mi sono calmato con l’età. Sarò anche stato un medico nerd sempre al lavoro, con la passione per la storia, ma la mia parte l’ho fatta direi gioiosamente… La mia arma con le donne non era l’ostensione muscolare ma la chiacchiera, le stendevo con le parole””

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