La situazione sismica dei Campi Flegrei è sempre stata motivo di preoccupazione per gli esperti. Quest’area vulcanica, situata vicino a Napoli, ha mostrato segni di crescente instabilità negli ultimi anni. Le continue e ripetute scosse sismiche, con una media di oltre 40 al giorno, stanno mettendo a rischio la tenuta degli edifici in un’area di circa 20 chilometri quadrati.

Recentemente, Giuseppe De Natale, ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ha inviato una Pec al prefetto di Napoli. Nel documento, datato 18 settembre, De Natale ha esortato le autorità a evacuare gli edifici nell’area di Agnano-Solfatara, dove si registrano i terremoti più forti in questa fase del bradisismo flegreo. La sua richiesta era chiara: allontanare temporaneamente le persone dalle loro case, almeno fino a quando non fosse stata verificata la vulnerabilità degli edifici alle scosse sismiche.

Le parole di Giuseppe De Natale sono state inequivocabili. Ha sottolineato la sua profonda preoccupazione per la sicurezza dei cittadini e delle istituzioni. De Natale ha fatto riferimento a studi scientifici pubblicati su riviste internazionali, che indicano un aumento sia del numero che dell’intensità delle scosse nei Campi Flegrei. Ha anche evidenziato la necessità di un’azione di mitigazione del rischio sismico, in particolare una verifica approfondita della vulnerabilità degli edifici nell’area.

La Prefettura di Napoli ha confermato di aver ricevuto la segnalazione e di averla inoltrata alle autorità competenti. Tuttavia, la situazione rimane critica. De Natale ha avvertito che se il sollevamento del suolo continuerà, la potenza dei terremoti potrebbe aumentare, raggiungendo o superando i livelli registrati negli anni ’80.

Le parole del vulcanologo

La situazione a Campi Flegrei viene considerata, dal vulcanologo, di forte emergenza:

“Non ho notizia dell’avvio di alcun piano di verifica a tappeto della vulnerabilità degli edifici flegrei” è stato il suo primo commento sulla situazione.
Ha poi continuato:

“Io sono un funzionario dello Stato e nel mio lavoro di ricerca, e particolarmente in un’emergenza come questa, ci tengo a svolgere al meglio i compiti, seguendo scrupolosamente tutte le procedure gerarchiche che competono al mio ruolo e alle mie responsabilità. Noi siamo i primi a dover rispettare le istituzioni e a tutelarne l’immagine; perché tutti devono capire che solo con la fiducia nelle istituzioni un Paese può funzionare e può essere salvaguardata la pubblica incolumità anche nelle grandi emergenze”.

Le parole del direttore dell’Osservatorio Vesuviano

Mauro Di Vito, l’attuale direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ha commentato così le parole del vulcanologo:

“Allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine, fermo restando che una eventuale futura variazione dei parametri monitorati, sismologici, geochimici e delle deformazioni del suolo, può comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità”. Aggiungendo:

“La dinamica dei Campi Flegrei è costantemente monitorata dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione civile. I parametri geofisici e geochimici analizzati, sia in pozzo che nelle emissioni idrotermali, indicano il perdurare della dinamica in corso, con sollevamento del suolo, che presenta nell’area di massima deformazione al Rione Terra una velocità media di circa 15 mm/mese dagli inizi del 2023, in lieve incremento negli ultimi giorni, e assenza di variazioni geochimiche significative nell’ultima settimana”, confermando di fatto un lieve aumento dell’attività sismica in quella zona, ma ha poi concluso il suo intervento con parole rincuoranti:

“Anche l’analisi dei dati di deformazione planimetrica del suolo non mostrano variazioni significative rispetto alla caratteristica forma radiale dall’area centrale di Pozzuoli”.

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