Solo per dare qualche numero: la serata finale di Sanremo di quest’anno, condotta dal noto conduttore del primo canale televisivo, Amadeus,  ha raggiunto 13.380.000 di spettatori in tutta Italia, e registrando durante tutte le serate, una media di share del 64,9%.

Paolo Bonolis dice la sua

Eppure, nonostante questi numeroni, l’ex conduttore Sanremese dell’edizione 2005 e dell’edizione 2009, Paolo Bonolis, analizza i dati da un punto di vista della programmazione, invitando ad evitare di comparare i numeri che sono stati fatti quest’anno, con i numeri delle precedenti edizioni.
Senza freni su Radio101, ospitato da Maurizio Costanzo nel suo programma radiofonico “Facciamo finta che…” in onda dal lunedì al venerdì tutte le sere per un’ora, dalle 20:00 alle 21:00, l’attuale conduttore di “Avanti un altro” non le manda a dire sui record infranti dall’ultima edizione sanremese targata Amadeus. Inizia con un po’ di nostalgia “della battaglia” per poi insinuare qualcosa…

“Che ricordi ho dei miei Sanremo? Piacevolissimi. Erano Sanremo nei quali bisognava darci dentro per organizzarli, per creare qualcosa di veramente nuovo, spettacolare, perché avevamo contro tutto. Nel 2005 e nel 2009 avevamo contro la guerra civile perché tutti i programmi migliori di Mediaset erano accesi. Le cose ora sono cambiate.”

Con queste parole non si capisce bene se intenda fare un’ampia disamina del palinsesto televisivo serale italiano o se voglia levarsi qualche sassolino dalla scarpa per difendere (con un po’ di amor proprio) le passate edizioni condotte da lui stesso.
Sicuramente Bonolis con la sua carriera che parla per sé, partita agli albori del 1980, non ha nulla da invidiare a nessun altro conduttore italiano.

Un’accusa che sa di rimprovero per la sua stessa emittente?

Prosegue così l’intervista il conduttore romano:

“Sono contento per loro perché la strada è più semplice, però bisogna impegnarsi meno ora a farlo. Ora non c’è proprio programmazione contro e quindi diventa un po’ più facile. Per quanto poi la cosa devi farla bene, hanno saputo farla bene tutti, ci mancherebbe altro, però non c’è più quella tigna che ci vuole per trovare qualcosa che possa sconfiggere anche le velleità dell’avversario.”

Dopo queste parole si capisce un po’ meglio che il marito di Sonia Bruganelli non ha nessun astio nei confronti di Amadeus, ma si limita ad annotare che, indubbiamente oggi puoi arrivare primo se gli altri non vogliono competere.
Ma cosa racchiudono queste parole? Si limitano a descrivere la situazione dei fatti o sono anche un rimprovero per la sua stessa emittente che ha preferito farsi da parte negli ultimi anni, mentre quando il festival era condotto da lui aveva uno spirito battagliero che puntava a rubare l’attenzione di più audience possibile? Perché Mediaset (ma anche gli altri canali) oggi preferiscono non competere?

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